Riprendiamo l’articolo di Maria D’Auria, che ringraziamo per la bellissima intervista al nostro Marco, pubblicata il 22 febbraio 2020 su ViVicentro.it
Lo sport dell’inclusione, del rispetto, dell’accoglienza. L’Unione Rugby Ladispoli, tra le squadre che contano in Europa, alla ricerca di un campo per allenarsi. Intervista all’allenatore Cavicchia
Unione Rugby Ladispoli: passione, sacrifici, sport e tanto altro. L’intervista all’allenatore Marco Cavicchia
Ladispoli- L’Unione Rugby Ladispoli (URL), capitanata da Marco Cavicchia, è una realtà molto bella sul territorio del litorale romano che, anno dopo anno, ha saputo donare a chi pratica questa disciplina, dei valori che vanno oltre il classico concetto di sport.
Il rispetto, lo spirito di sacrificio, la competizione, sono gli aspetti belli e scontati che in ogni sport, sia individuale che di gruppo, si possono riscontrare. Ma qui v’è molto di più.
Si parla di amicizia, di divertimento, di rispetto, altruismo e passione. E non sono solo i partecipanti/giocatori ad uniformarsi a questa sorta di regola morale. La società stessa è improntata all’accoglienza: L’U.R.L. è una grande famiglia, braccia aperte e sguardo avanti, con fierezza e grande dignità. L’opposto di chi mira al guadagno, di chi va a caccia di iscrizioni senza fare sconti a nessuno. Qui, infatti, vale la regola “lo sport è per tutti”, e la spiega bene Marco Cavicchia in quest’intervista. “Lo sport è come il pane e deve essere per tutti. Se costa, non è per tutti”. Qui c’è chi pensa al bene dei ragazzi con vero spirito di sacrificio, e poco importa se qualcuno ha qualche difficoltà a pagare la retta, il cuore dei ladispolani è davvero grande e qualche sponsor pronto a tendere una mano c’è sempre.
L’inizio.
Un’avventura iniziata nel 2012 con l’idea di formare una squadra. Un progetto, “Rugby al parco”, lanciato da quattro amici, e l’idea prende forma fino a diventare realtà. Al parco giochi del Miami di Ladispoli si giocava a rugby con i bambini che partecipavano in maniera totalmente gratuita. Anni dopo il progetto andava avanti grazie al supporto di alcuni sponsor locali e a persone di spessore che dentro ci mettevano passione e sacrifici.
Il ricordo della prima gara, il torneo contro i detenuti di Frosinone e poi al Centro Nato di Pozzuoli. Il tenace allenatore, anno dopo anno, ha portato l’U.R.L. a livelli internazionali, ottenendo postazioni di lodevole considerazione. Un settimo posto in classifica allo Snow Rugby di Tarvisio nel 2018 e un ottimo quinto posto conquistato quest’anno, insieme al titolo di miglior giocatore del torneo per Marco Cavicchia, nell’ottava edizione.
Il campione di rugby ci svela il segreto di questo successo. “Siamo avvantaggiati, ci alleniamo in spiaggia e questo ci facilita le gare sulla neve”. Si passa dalla spiaggia (dove si organizzano tornei annuali di Beach Rugby) alla neve, con una disinvoltura incredibile.
In spiaggia, tutte le domeniche mattina o pomeriggio, da coordinare a secondo degli impegni dei componenti della squadra formata da campioni di età compresa tra i 24 e i 45 anni. Perché lo sport è anche sacrificio, si sa, ma questo gruppo così unito e compatto non molla nonostante le difficoltà oggettive, come quelle della mancanza di un adeguato campo dove allenarsi regolarmente. Ecco il motivo per cui l’allenamento avviene in spiaggia. “La spiaggia è l’unico campo di cui possiamo fruire”, spiega Marco Cavicchia.
L’U.R.L., pur collezionando successi a livello internazionale (e questo ci piace sottolinearlo), non ha dunque un proprio campo. Bistrattato da chi avrebbe competenze al riguardo, con il gruppo dei più piccoli è stato spesso costretto a pellegrinare da un campo all’altro, adattato, improvvisato, talvolta prestato anche dalle chiese delle città limitrofe, come quello della chiesa di San Michele a Cerveteri, attuale punto di riferimento dell’URL. “Qualche anno fa andavamo al parco al Miami, poi ci siamo spostati all’oratorio San Giuseppe, ma era troppo pieno di sassi, per i bambini diventavano un pericolo- spiega l’allenatore– Non sapevamo più dove andare, abbiamo rischiato di chiudere. A Ladispoli i campi erano già occupati da altre attività. Ogni anno spostarsi, soprattutto con il gruppo dei bambini, è difficoltoso. Ma non ci siamo dati per vinti. Ci siamo trasferiti all’Ippocampo a Cerenova, un campo grande ed accogliente, ma in inverno il proprietario decise di chiudere e dopo un periodo di allenamento sulla spiaggia, siamo tornati ai campi da calcetto a Murazzola dove ci allenavamo con tutte le categorie fino alla 14, vincendo diversi tornei”. Poi, finalmente, un po’ di stabilità. “Abbiamo attraversato anni difficili, ma alla fine siamo finiti all’Oratorio San Michele Arcangelo di Cerveteri, lì c’è un ambiente sereno e pulito”, afferma Marco.
Per i gruppi dei ragazzini resta comunque il problema della distanza: spostarsi da una città all’altra grava economicamente sulle famiglie, oltretutto già in affanno di tempo.
Questo sport andrebbe supportato dalle istituzioni locali per la bellezza dei valori che insegna. “La differenza di peso, di colore, di sesso, qui non esiste. È lo sport dove ogni diversità diventa caratteristica essenziale, unicità insostituibile per il gruppo”. Ognuno ha una caratteristica che viene valorizzata nel contesto “squadra”. “Noi funzioniamo bene perché siamo diversi”, asserisce l’allenatore.
Uno sport per tutti
Una quota mensile molto ridimensionata. L’accoglienza e la disponibilità verso chi aveva difficoltà ad iscriversi. Gli ingredienti di uno sport portato avanti con tenacia, oggi, a distanza di 8 anni, sono sempre gli stessi.
C’è spazio per tutti nella Unione Rugby Ladispoli che, tra mille difficoltà, continua con successo a reclutare ragazzini dai 6 anni in su, raggruppati per fasce di età. “Un periodo ci siamo trovati con oltre 90 iscritti, abbiamo gestito ragazzini di diverse età, anche questa un’impresa non facile, ma non abbiamo mai respinto nessuno. Lo sport è per tutti. Il rugby è per tutti”, ribadisce Marco Cavicchia, protagonista anche del team dell’U.R.L. Touch Rugby.
Il senso del rugby
“Il senso del rugby non è vincere ma mettersi a confronto con gli altri ed ognuno deve dare il massimo. Si è uniti come un pugno, nessuno sta fuori. Io sono solo una parte dell’URL, l’Unione rugby sono tutti, ciascuno dà il proprio contributo ai compagni di squadra. Quando si va a fare i tornei, si va a divertirsi. A volte ci va bene e a volte ci va male, ma riusciamo sempre a divertirci. Quando vinciamo non è perché siamo forti o bravi, siamo semplicemente allenati sulla spiaggia, è differente. Per questo andiamo bene”, conclude l’allenatore.
Molto bello anche il concetto di avversario, illustrato dal rugbysta. “L’avversario non è qualcuno da distruggere, ma qualcuno che ti permette di giocare. Senza l’avversario non c’è confronto”.
E, ancora, la bellezza del “terzo tempo” che diventa un momento conviviale. “A fine partita, a fine torneo, si raccolgono tutti sulla tavolata di qualsiasi squadra per rendere tutti insieme omaggio a quella giornata”.
Il figlioletto di Marco Cavicchia, Alessandro, 11 anni, giocatore di rugby, racconta con entusiasmo la sua esperienza nell’Unione rugby Ladispoli iniziata a 4 anni: “Mi piace il gruppo, mi piace giocare. Ogni giorno che passa aspetto che arrivi la domenica per giocare a rugby e divertirmi”. L’insegnamento del papà ha dato senz’altro buoni frutti. Chiudiamo quest’intervista con la promessa del rugbysta recitata dal piccolo Alessandro.
Prometto di: Essere sempre leale. Non fare niente che possa mettere a disagio la mia Squadra, la mia Famiglia e me stesso. Aiutare chi mi è vicino. Non arrendermi mai.
Ringraziamenti.
Si ringrazia chi ha sostenuto fin dall’inizio il progetto e tutti gli sponsor che supportano economicamente l’URL di Ladispoli (il Presidente Angelo Cavallini, Fabio Ciampa, Manzo Steakhouse Ladispoli, Pasta Passione, Stefano Grilli…), e un ringraziamento speciale a Franco Ascantini, ex giocatore e leggenda del rugby: “È stato l’allenatore della Nazionale, lui mi ha insegnato tanto… tutto ciò che è il rugby”, conclude Marco.
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